Nato a Woburn, Massachusetts, il 20 febbraio 1719, Buck crebbe a Haverhill, sempre nel Massachusetts. Il 19 ottobre 1742, Jonathan Buck sposò Lydia Morse. Ebbero nove figli, sei dei quali sopravvissero all'infanzia.
Nel luglio del 1762, Buck salpò con la corvetta Sally sul fiume Penobscot per controllare le sei piantagioni designate per Bucksport, Orland, Penobscot (Castine), Sedgwick, Blue Hill
e Surry. Buck fece un'altra visita alle piantagioni nel 1763 e nel 1764 iniziò la costruzione del primo insediamento sulla piantagione numero 1, l'attuale città di Bucksport.
Buck si unì poi alla disastrosa spedizione per Castine e all'assedio di Fort George, nel luglio del 1779. Il giorno dopo la sconfitta dei patrioti da parte degli inglesi, Buck prese la moglie
e la figlia gravemente malata, Lydia, per portarle al sicuro, a Brewer. Coi suoi 60 anni, pur soffrendo di gotta, camminò per quasi 200 miglia da
Bucksport a Haverhill. Cinque anni dopo, ritornò alla piantagione numero 1 e ricostruì tutto quello che era stato distrutto dagli inglesi nel 1779. Buck e i suoi figli diventarono i leader della comunità e nel 1792 la piantagione numero 1 fu battezzata Buckstown, in onore del colonnello Jonathan.
Il 18 Marzo 1795, alle 16:30, Buck morì e venne sepolto in un cimitero ad est di Buckstown.
Buck sarebbe certamente rimasto un eroe della tradizione locale senonché, nel mese di agosto del 1852, i suoi nipoti eressero un monumento sulla sua tomba, che venne misteriosamente alterato da un'immagine a forma di gamba e piede di donna apparsa sotto il nome di Buck.
La prima segnalazione della bizzarra "macchia" apparve nell' Haverhill Gazette del 22 marzo 1899. Tuttavia, tale articolo viene attribuito ad una edizione del Philadelphia Enquirer precedente a quella data. L'articolo del Gazette racconta quella che sarebbe poi diventata la versione classica della leggenda di Buck, anche se ci sono diverse varianti della storia.
Jonathan Buck era un puritano e, quando una donna venne accusata di stregoneria, il colonnello ordinò che venisse giustiziata. I boia stavano per compiere il loro orribile dovere, quando la donna rivolse a Buck e alzando una mano al cielo, pronunciò queste parole:
"Jonathan Buck, ascolta queste ultime parole che la mia lingua pronuncia. È lo spirito dell'unico vero Dio esistente che mi ordina di dirtele. Tu presto morirai. Sulla tua tomba sarà eretta una pietra così che tutti possano sapere dove sono le tue ossa fatiscenti ridotte in polvere. Ma ascolta, su quella pietra apparirà l'impronta dei miei piedi, e per tutto il
tempo, molto dopo che tu e la tua razza maledetta sarete scomparsi dalla terra, la gente in lungo e in largo a saprà che hai ucciso una donna. Ricordatelo bene, Jonathan Buck, ricordatelo bene. "
Nel 1902, una versione simile della storia appare nella rivista New England, scritta da un abitante di Bucksport, James D. Wittemore.
Secondo un opuscolo della Bucksport Historical Society, intitolato "Jonathan Buck di Bucksport, L'uomo e il mito" il Reverendo Alfred G. Hempstead (residente a Bucksport da lungo tempo e vera e propria autorità sulle leggende del posto) disse che i discendenti di Buck erano costernati dalla storia e minacciavano una querela per diffamazione.
I dettagli di una versione piuttosto diversa della storia, raccontati da Oscar Morill Heath nel "Composts of Tradition: A Book of Short Stories Dealing with Traditional Sex and Domestic Situations", sono così torbidi che molti sono stati nettamente omessi da chi ha scritto riguardo alla leggenda. Nella versione di Heath c'è addirittura un figlio, che la condannata ha avuto da Buck stesso e pare che, al momento della sua esecuzione, la donna fosse nuovamente incinta del colonnello. Esercitando il suo ruolo di Giudice di Pace, dopo averla condannata, Buck la legò alla porta della sua casa e poi le diede fuoco. Il figlio afferrò una gamba in fiamme di sua madre e colpì il colonnello, storpiandolo per sempre.
La gamba divenne una reliquia, e si racconta che, se avesse toccato il cadavere del colonnello, lui si sarebbe alzato dalla bara per confessare tutto. Questa storia finisce con Buck che ritorna alla sua bara e dice al figlio della donna: "Chiudi il coperchio, ragazzo."
La storia di Heath sembra aver ispirato un lunga poema scritto da Robert P. Tristram Coffin nel 1939, "Il piede di Tucksport". Coffin ha aggiunto la propria interessante elaborazione della storia, rendendo il figlio illegittimo deforme.
In un'altra versione scritta nel 1930 da A. Hyatt Verrill, un uomo "mezzo scemo" viene portato davanti a Buck con l'accusa di aver ucciso una donna e averle tagliato una gamba. Buck condanna l'uomo, che gli dice che l'apparizione della gamba sulla sua lapide sarà la sua vendetta. Molti articoli successivi sulla leggenda sembrano essere più che altro tentativi di provare o confutare le varie versioni. Le ricerche, comunque, suggerebbero che non vi sia alcun fondamento nella leggenda: non vi è alcuna traccia di qualcuno che sia stato condannato e arso vivo nel Maine. Come Giudice di Pace, Buck non avrebbe avuto nessuna facoltà di pronunciare una condanna a morte. I processi alle streghe nel New England erano avvenuti più di 25 anni prima della sua nascita. Sebbene il personaggio di Buck fosse chiaramente energico e determinato, il colonnello era ammirato dai soldati che avevano servito sotto il suo comando, e le lettere scritte da Jonathan a sua moglie che oggi sono in mostra presso la biblioteca di Bucksport, testimoniano la sua promessa di amore eterno.
Ma c'è pur sempre la gamba... Sono stati fatti diversi tentativi per rimuovere l'immagine, che però è sempre riaffiorata. I ben informati hanno spiegato che la macchia è il risultato di un difetto naturale della pietra che si è mostrato col passare degli anni, potrebbe ad esempio trattarsi di una venatura di ferro, che scurisce a contatto con l'ossigeno.
Molti sostengono che la leggenda sia stata inventata solo dopo l'apparizione dell'immagine sul monumento: infatti non ci sono tracce della leggenda che siano anterioriall'evento.
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