Scolpito da un allievo di Michelangelo,
Ligier Richier, nel 1547, il "Transi de René de Chalon" si trova nella
chiesa di Saint-Étienne a Bar-le-Duc, in Francia, sulla tomba di René de
Chalon, principe d'Orange.
Il principe morì alla giovane età di 25
anni, durante l'assedio di Saint-Dizier nel 1544. Invece che
commemorarlo con un classico monumento che lo raffigurasse nelle sue
vesti eroiche, sua moglie chiese (forse rispettando la volontà di Renè
stesso) che gli venisse dedicato una scultura particolare: uno scheletro
a grandezza naturale con brandelli di pelle morta ancora attaccati alla
gabbia toracica vuota. Lo scheletro ha il braccio sinistro teso verso
l'alto e tiene in mano il proprio cuore.
Resa come un cadavere in
decomposizione, con i muscoli a vista e i lembi di pelle appesi al
corpo, la statua funge anche da reliquiario e una volta teneva
effettivamente il cuore essiccato del principe, dentro un contenitore a
forma di cuore, nella mano tesa.
Noto come "transi" (termine
francese, da leggersi accentato), questo particolare tipo di scultura
funeraria si diffuse, prima in Francia e poi in Europa, dal XIV al XVII
secolo. Il corpo in decomposizione rappresentava la "transizione", il
concetto di "polvere alla polvere": la carne è temporanea e noi tutti
andremo nell'aldilà. Con il gusto del macabro tipico del tardo gotico,
il transi è inteso come un vero e proprio memento mori, e agisce non
soltanto come crudele simbolo della vanità dell’esistenza ma anche come
vero e proprio strumento di conversione: non a caso la maggioranza di
queste sculture sono ubicate all’interno delle chiese, a servire da
contemplazione e ammonimento.
Il transi marca una rottura importante
nell’iconografia nel Medioevo, ed è un curioso indizio di come è
cambiata la visione della morte attraverso il tempo. Nato in un secolo
in cui guerra, carestia e peste avevano falcidiato la metà della
popolazione, propone una rappresentazione realistica e senza sconti
della caducità del corpo umano. Eppure, si tratta pur sempre di una
effigie sacra, che sottintende un momento di passaggio da una realtà a
quella successiva, e che va inteso come strumento di meditazione e
preghiera. Se violenza c’è, in questa raffigurazione, non è nei
confronti del defunto ma verso i vivi che contemplano la scena, per
scuotere le coscienze e ricordare che la stessa sorte attende i poveri
derelitti, così come i ricchi e i potenti.
il "Transi de René de
Chalon" è una delle più macabre e meglio riuscite delle statue di questo
tipo in tutto il mondo. Purtroppo, la scultura non contiene più il
cuore di Chalon, che si ritiene sia stato rubato durante la Rivoluzione
Francese.
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