Nata il 5 febbraio 1779 in
un'aristocratica famiglia russa, Elizaveta Alexandrovna Stroganoff sposò
Nicolas Demidoff a 16 anni e gli diede due figli. La coppia, accesa
sostenitrice di Napoleone, viveva in Francia. Tuttavia, a causa delle
tensioni tra la Russia e la Francia, i Demidoff dovettero tornare in
Russia, dove il matrimonio si sciolse.
Elizaveta veniva descritta
come una giovane dal carattere allegro, amante della vita mondana,
mentre il marito era un tipo chiuso, tendeva a proteggerla ed era più
interessato a costruire la sua fortuna finanziaria (fatta attraverso la
modernizzazione delle infrastrutture e il settore minerario).
Dopo
la nascita del loro secondo figlio, i due si separarono ed Elizaveta
ritornò in Francia, dove visse fino alla fine dei suoi giorni. La
separazione non rappresentò un grande cambiamento per Elizaveta, perché
la coppia raramente viveva insieme e spesso, durante quell'infelice
matrimonio, se ne stavano ognuno per conto suo.
Elizaveta morì a
Parigi l'8 aprile 1818 e il suo corpo si trova in un massiccio mausoleo
situato nel cimitero di Père-Lachaise. Questo mausoleo è uno dei più
grandi del cimitero.
Poco dopo la sepoltura di Elizaveta, cominciò a
circolare una voce che riguardava il testamento della Baronessa: pare
che fra le sue volontà, avesse lanciato una sfida a tutti coloro che
avessero voluto mettere le mani su alcune delle sue ricchezze. C'è da
dire che Elizaveta morì abbastanza ricca e nel testamento dichiarò che
chiunque avesse accettato di trascorrere 365 giorni e 366 notti
rinchiuso nella sua tomba da solo, avrebbe ereditato una fortuna.
Durante questo periodo, il mausoleo non poteva essere lasciato per
nessun motivo.
La legittimità di questa volontà non era del tutto
certa, ma un bel pò di persone la presero abbastanza sul serio da
tentare l'impresa. La persona che avesse voluto raccogliere la sfida,
sarebbe stata accompagnata nella tomba contenente il corpo di Elizaveta
Demidoff e le porte sarebbero chiuse e sbarrate alle sue spalle. La
persona in questione avrebbe potuto lasciare il mausoleo (e quindi
rinunciare alla sfida) in qualsiasi momento. Era prevista la fornitura
di cibo e acqua, introdotti all'interno attraverso la porta, così come
era previsto l'utilizzo di un secchio per i rifiuti, che sarebbe stato
regolarmente prelevato e svuotato.
Diverse persone si cimentarono
nell'impresa, ma nessuno riuscì a sopravvivere più di pochi giorni dopo
la chiusura delle porte. Tutti finirono prendendo a pugni le porte,
gridando disperatamente e implorando di uscire, e una volta liberati, si
precipitarono fuori sconvolti. Almeno uno di loro morì per un attacco
cardiaco.
Non si sa con certezza che tipo di esperienze vissero
queste persone all'interno della tomba, ma un sopravvissuto dichiarò
che si era sentito come se la vita lo stesse lasciando.
Cosa sia
successo esattamente nessuno lo sa, e nessuno potrà mai saperlo, visto
che le porte del mausoleo di Elizaveta sono ormai state sigillate per
evitare che qualcun altro si cimenti nella sfida.
Ci sono comunque
un paio di teorie su cosa potrebbe essere successo agli "sfidanti" che
ebbero la sensazione che la vita li stesse abbandonando. Si diceva che
Elizaveta Demidoff fosse una specie di vampiro e pare che molti simboli
scolpiti sul mausoleo lo indichino chiaramente: il nodo (simbolo che
unisce la vita alla morte), il lupo inciso (che guida i custodi diurni
al corpo di Elizaveta), e il corpo della stessa Elizaveta, rivolto in
direzione del tramonto.
E se la sfida fosse stata lanciata proprio per fornire a Elizaveta qualche preda inconsapevole di cui potersi nutrire?
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