sabato 18 luglio 2015

117. Elizaveta Alexandrovna Stroganoff Demidoff

Nata il 5 febbraio 1779 in un'aristocratica famiglia russa, Elizaveta Alexandrovna Stroganoff sposò Nicolas Demidoff a 16 anni e gli diede due figli. La coppia, accesa sostenitrice di Napoleone, viveva in Francia. Tuttavia, a causa delle tensioni tra la Russia e la Francia, i Demidoff dovettero tornare in Russia, dove il matrimonio si sciolse.
Elizaveta veniva descritta come una giovane dal carattere allegro, amante della vita mondana, mentre il marito era un tipo chiuso, tendeva a proteggerla ed era più interessato a costruire la sua fortuna finanziaria (fatta attraverso la modernizzazione delle infrastrutture e il settore minerario).
Dopo la nascita del loro secondo figlio, i due si separarono ed Elizaveta ritornò in Francia, dove visse fino alla fine dei suoi giorni. La separazione non rappresentò un grande cambiamento per Elizaveta, perché la coppia raramente viveva insieme e spesso, durante quell'infelice matrimonio, se ne stavano ognuno per conto suo.
Elizaveta morì a Parigi l'8 aprile 1818 e il suo corpo si trova in un massiccio mausoleo situato nel cimitero di Père-Lachaise. Questo mausoleo è uno dei più grandi del cimitero.
Poco dopo la sepoltura di Elizaveta, cominciò a circolare una voce che riguardava il testamento della Baronessa: pare che fra le sue volontà, avesse lanciato una sfida a tutti coloro che avessero voluto mettere le mani su alcune delle sue ricchezze. C'è da dire che Elizaveta morì abbastanza ricca e nel testamento dichiarò che chiunque avesse accettato di trascorrere 365 giorni e 366 notti rinchiuso nella sua tomba da solo, avrebbe ereditato una fortuna. Durante questo periodo, il mausoleo non poteva essere lasciato per nessun motivo.
La legittimità di questa volontà non era del tutto certa, ma un bel pò di persone la presero abbastanza sul serio da tentare l'impresa. La persona che avesse voluto raccogliere la sfida, sarebbe stata accompagnata nella tomba contenente il corpo di Elizaveta Demidoff e le porte sarebbero chiuse e sbarrate alle sue spalle. La persona in questione avrebbe potuto lasciare il mausoleo (e quindi rinunciare alla sfida) in qualsiasi momento. Era prevista la fornitura di cibo e acqua, introdotti all'interno attraverso la porta, così come era previsto l'utilizzo di un secchio per i rifiuti, che sarebbe stato regolarmente prelevato e svuotato.
Diverse persone si cimentarono nell'impresa, ma nessuno riuscì a sopravvivere più di pochi giorni dopo la chiusura delle porte. Tutti finirono prendendo a pugni le porte, gridando disperatamente e implorando di uscire, e una volta liberati, si precipitarono fuori sconvolti. Almeno uno di loro morì per un attacco cardiaco.
Non si sa con certezza che tipo di esperienze vissero queste persone all'interno della tomba, ma un sopravvissuto dichiarò che si era sentito come se la vita lo stesse lasciando.
Cosa sia successo esattamente nessuno lo sa, e nessuno potrà mai saperlo, visto che le porte del mausoleo di Elizaveta sono ormai state sigillate per evitare che qualcun altro si cimenti nella sfida.
Ci sono comunque un paio di teorie su cosa potrebbe essere successo agli "sfidanti" che ebbero la sensazione che la vita li stesse abbandonando. Si diceva che Elizaveta Demidoff fosse una specie di vampiro e pare che molti simboli scolpiti sul mausoleo lo indichino chiaramente: il nodo (simbolo che unisce la vita alla morte), il lupo inciso (che guida i custodi diurni al corpo di Elizaveta), e il corpo della stessa Elizaveta, rivolto in direzione del tramonto.
E se la sfida fosse stata lanciata proprio per fornire a Elizaveta qualche preda inconsapevole di cui potersi nutrire?







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