sabato 18 luglio 2015

129. In memoria di un cavallo

Pochi, anche tra i fiorentini doc, ne conoscono l’esistenza.
Ma se vi capita di passeggiare sul Lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, vi consiglio di soffermarvi in prossimità di Piazza dei Giudici e di dare un’occhiata alla spalletta dell’Arno.
Qui, come in molte altre vie e strade fiorentine, è posta una lapide commemorativa. Ma non si tratta di una lapide commemorativa come le altre: non è infatti dedicata a un poeta o ad un famoso patriota. Questa lapide è dedicata ad un cavallo.
Ma torniamo indietro nel tempo per capire meglio questa strana storia e la particolarità di questo animale.
Era il 1530, nel bel mezzo dell’aspra contesa per l’imposizione del predominio spagnolo in Italia per opera di Carlo V.
Carlo Cappello, ambasciatore della Repubblica Veneta a Firenze, era un fiero sostenitore dei fiorentini, e per questo decise di rimanere ad aiutare la città durante l’assedio degli imperiali, quando orami le speranze di mantenere la propria indipendenza e libertà erano ridotte al minimo.
Ma un triste giorno venne convocato per un consulto dai notabili a Palazzo Vecchio, e proprio mentre percorreva, in sella al suo fedele destriero, piazza dei Giudici, una bombarda degli imperiali posta sulle colline sparò un colpo di mortaio in direzione della città.
Il proiettile esplose proprio sotto la pancia del cavallo che morì all’istante, ma grazie alla sua imponente mole riuscì a fare da scudo al fortunato cavaliere che uscì illeso dal brutto episodio.
Carlo Cappello, per riconoscenza, fece seppellire il suo destriero nel luogo del misfatto, celebrando un pubblico funerale con tutti i crismi del caso. Fece poi apporre una lapide di marmo in modo che tutti potessero ricordare e conoscere le gesta del suo amato cavallo.
Questo, tradotto dal latino, ciò che c’è scritto sulla lapide:

“Qui sono le ossa del cavallo di Carlo Cappello, legato veneto. Oh cavallo che non saraidimenticato, questo sepolcro e questo monumento il tuo padrone, non ingrato, ti diede per i tuoi meriti. 13 marzo 1530, mentre la città è assediata."




Nessun commento:

Posta un commento