venerdì 17 luglio 2015

56. Viola A. Vanclief

Erano già quattro anni che la bambina giaceva in una tomba senza nome, senza lapide, circondata dal ronzìo basso dei fili dell'alta tensione - un ronzìo che le faceva da ninna nanna.
Nessuno dei passanti che calpestava l'erba dorata accanto al canale di drenaggio poteva sapere della bambina sepolta sotto i suoi piedi.
Nessuno sapeva che il programma del suo funerale era stato decorato con i personaggi Disney: la principessa Jasmine di "Aladdin" e la principessa Tiana de "La principessa e il ranocchio". Nessuno sapeva che era stato detto di lei: "amata da tutti quelli che l'hanno incontrata."
Nessuno avrebbe mai potuto sapere che era morta un mese prima del suo terzo compleanno.
E che il suo nome era Viola Vanclief.
Gli assistenti sociali della contea di Los Angeles sapevano di Viola, la ragazza dagli occhi a mandorla che sussultava quando un adulto alzava una mano per salutare o per prendere qualcosa vicino a lei.
Chi lavorò per la licenza di affidamento allo Stato sapeva che la madre adottiva scelta dagli assistnti sociali per prendersi cura di Viola, Kiana Barker, era una ladra già condannata per episodi di violenza.
Il 4 marzo del 2010, la Barker colpì Viola a morte. La Barker disse agli investigatori che la bambina era rimasta intrappolata nelle sbarre del letto e che lei l'aveva accidentalmente colpita con un martello nel tentativo di liberarla. Ma secondo i registri del coroner, Viola aveva molti lividi sparsi su tutto il corpo. Una giuria la accusò di omicidio di secondo grado e la condannò a 25 anni di carcere.
Il caso è stato l'ultimo di una lunga serie per la United Care, l'agenzia adottiva no-profit (legata da un contratto alla contea di Los Angeles) che aveva dato Viola alla Barker. Dopo la morte della bambina, la contea ha rescisso il contratto con la United Care.
La morte della bambina ha attirato l'attenzione sul Department of Children and Family Services, i cui funzionari non hanno saputo spiegare come mai la piccola fosse stata affidata alle cure della Barker e dell'allora fidanzato, James Dewitt Julian.
Poco dopo la morte di Viola, il Times ha riferito che la Barker era stata oggetto di cinque precedenti denunce di abusi su bambini, oltre ad essere stata accusata di aver gravemente trascurato il proprio figlio biologico nel 2002.
Alla morte di Viola, venne tenuta una modesta funzione presso un obitorio di Los Angeles. Nel programma funebre si poteva leggere un versetto della Bibbia: "I bambini sono un patrimonio del Signore, il frutto del grembo è un premio". Un piccolo gruppo di persone in lutto si era poi radunato al Lincoln Memorial Park di Carson per la sepoltura: c'erano la madre di Viola, qualche parente e alcuni operai.
E poi, Viola Vanclief, nella morte come nella vita, venne trascurata, perdendosi nel limbo che si era venuto a creare fra i limiti dei suoi genitori e il sistema di assistenza ai minori della California che aveva cercato di sostituirli.
Suo padre non aveva mai fatto parte della sua vita. Sua madre, una prostituta tossicodipendente, era riuscita a racimolare abbastanza soldi per il funerale, ma non per la lapide. E gli assistenti sociali della contea non ne avevano fornita una perché pensavano che la famiglia lo avesse già fatto.
Ben presto, la mancanza è stata dimenticata e l'erba è cresciuta e appassita sul terreno in cui giaceva Viola, uno spazio vuoto fra le tomba di una donna di 77 anni e un bambino che era morto lo stesso giorno della nascita di Viola.
Un cartello con la scritta "Terreni Sacri" accoglie i visitatori al Lincoln Memorial Park, insieme ad un busto in bronzo di Abraham Lincoln.
Il grande pianista jazz Hampton Hawes è sepolto qui, così come Willa Pearl Curtis, che ha recitato nel ruolo della madre di Buckwheat nel film "Our Gang". Il campione di boxe Joe Louis è stato qui in visita nel 1949 per dedicare un monumento ai veterani della Seconda Guerra Mondiale e alla loro "gloria immortale."
Recentemente, la recinzione ondulata del cimitero ha cominciato a incurvarsi, una gallina vagabonda si è fatta casa in mezzo alle tombe e i custodi hanno preso l'abitudine di fare lunghi pranzi nei giorni in cui vengono sepolti i membri di qualche gang. A volte, infatti, si verificano delle sparatorie.
A dicembre del 2013, Matty Nierenberg, un investitore bancario di Westside di 43 anni, se ne stava seduto alla sua scrivania a leggere il Los Angeles Times. Gli capitò sotto gli occhi un articolo sull'affidamento dove si parlava di Viola e del fatto che non avesse una lapide.
"E' stato come strizzare i freni di una bicicletta", ha detto. "Quel brano mi ha davvero inchiodato."
Matty piegò il giornale, se lo portò a casa e lo mise accanto al letto, dove rimase.
Pochi giorni dopo la pubblicazione di quell'articolo, pensando e ripensando al caso, Nierenberg inviò una e-mail al Department of Children and Family Services. Poteva pagare lui per la lapide?
"Penso che tutti noi a volte ci isoliamo da cose come questa", ha detto. "Ma avevo appena perso mia madre, e sapevo quello che si provava ad un funerale."
La contea rispose che il prezzo era di 491,50 dollari. Nierenberg staccò un assegno.
"Significa solo rinunciare a qualche cena fuori o ad una tavola da surf", ha detto. "Io sono nato con un cucchiaio d'argento in bocca. E non ho dovuto mai preoccuparmi di essere picchiato."
Nel mese di luglio, la pietra è stata tranquillamente collocata sopra la tomba di Viola. Sulla lapide lucida, realizzata in granito scuro, è incisa l'immagine di un piccolo angelo inginocchiato in preghiera; compaiono, inoltre, il nome completo di Viola, "Viola A. Vanclief", e le date, dolorose da leggere, di nascita e di morte della piccola: 2 Aprile 2007 - 4 marzo 2010. Nierenberg e gli operai della contea sono stati concordi anche sulla scritta: scritta: "Amata Bambina"
A circa 10 metri di distanza si trova un'altra bambina di 2 anni, Erica Johnson, che è stata sepolto alcuni mesi dopo Viola.
Anche Erica, purtroppo, è stata picchiata a morte dopo essere stata sotto la supervisione degli assistenti sociali della contea. La sua lapide ha la stessa immagine del piccolo angelo in ginocchio.



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