Non poi così lontano dal lieto "caos" del mercato di Porta Portese, c'è Piazza di S.Cecilia.
Dalla piazzetta, dirigendosi verso la basilica di S.Cecilia in
Trastevere, si entra in un bellissimo quadriportico settecentesco, al
centro del quale troviamo un vaso romano del V secolo, rinvenuto nei
sotterranei della chiesa: questo vaso è un rarissimo esempio di
"cantharus", cioè una vasca per immersione rituale, usata dai primi
cristiani. E' attraverso il "cantharus" che rimane oggi la tradizione di
bagnarsi le mani nell'acqua santa quando si entra in una chiesa.
All'interno di questa antica basilica, al centro dell'altare, c'è la
tomba di santa Cecilia, patrona della musica. Sulla tomba c'è la statua
della santa, opera di Stefano Maderno: è un'opera particolare, in quanto
la posizione del soggetto raffigurato è assai stravagante. Come mai?
Per saperlo, dovremo seguire una leggenda.
Facciamo un passo
indietro nel tempo, al 220 d.C.. Siamo nei primissimi anni del
cristianesimo, e come sappiamo a quel tempo il nuovo culto era proibito e
perseguitato. La leggenda narra che la giovane e nobile romana Cecilia,
convertita alla nuova fede, non la rinnega ma anzi la diffonde, e per
questo motivo è imprigionata e uccisa.
Santa Cecilia sarebbe nata in
una nobile famiglia romana nel II secolo d.C. e e destinata a sposare
un patrizio di nome Valeriano, e a questo proposito un episodio della
sua vita è all’origine della sua fama di patrona dei musicisti: si narra
che, mentre ella andava in sposa a Valeriano, e mentre si sentivano
suonare gli strumenti musicali, il giorno delle sue nozze, ella nel suo
cuore cantava d’amore solo per il Signore. Cecilia comunicò con coraggio
a Valeriano che aveva preso la decisione di essere vergine per il
Signore, e gli testimoniò la sua fede nel Dio che amava, aiutandolo così
a convertirsi al Cristianesimo, e con lui il fratello di Valeriano
Tiburzio. Fu per questo martirizzata probabilmente durante la violenta
persecuzione di Diocleziano nella seconda metà del III secolo, nei
luoghi sotterranei della chiesa di S. Cecilia: i suoi carnefici
provarono prima a farla morire nel calidarium, un ambiente con vapori
bollenti, ma rimase viva; allora fu decisa per lei la decapitazione, e
anche in questo caso visse un lungo supplizio perché fu colpita tre
volte sul collo, rimase viva ancora tre giorni, e pur non potendo
parlare indicò con le dita della mano la S. Trinità, il Dio Uno e Trino,
dettaglio che Maderno ha riprodotto anche nella statua marmorea.
Papa Urbano I seppellì la santa nelle catacombe di S.Callisto; inoltre,
proprio sulla casa di Cecilia, luogo del martirio, edificò una chiesa a
lei dedicata.
La cripta in cui furono deposti i resti della santa
era stata abbellita con mosaici e pitture. Di quest'ultime rimangono ora
alcune immagini. Nella parete sinistra, accanto al luogo di sepoltura
della martire, in alto è raffigurata Santa Cecilia in atteggiamento di
orante; sotto, in una piccola nicchia, si trova l'immagine di Cristo
"Pantocràtor" (Onnipotente), che regge il Vangelo. Accanto, c'è
l'immagine di S. Urbano, papa e martire, contemporaneo di S.Cecilia,
unito nella passione alla martire. Nella svasatura del lucernario, si
ammira la croce tra due pecorelle e le immagini dei martiri Polìcamo,
Sebastiano e Quirino.
Nella cripta si conservano numerose
iscrizioni. La più importante, per la bella testimonianza di fede, è
quella di Settimio Frontone, di rango senatorio. È in lingua greca,
datata al 3º secolo.
"Io Settimio Frontone Pretestato Liciniano,
servo di Dio, qui riposo.
Non mi pentirò (mai) di aver vissuto onestamente.
Ti servirò anche in cielo, (Signore),
e ringrazierò il tuo Nome.
Resi la mia anima a Dio a 33 anni e 6 mesi".
Passano circa 600 anni, siamo nell'821 d.C. e il cristianesimo si è
ormai affermato. Papa Pasquale I ha in sogno la visione di Santa Cecilia
che gli indica il luogo esatto in cui è stata seppellita. Il papa fa
eseguire degli scavi, trovando effettivamente la salma, che tra l'altro è
miracolosamente intatta. Fra lo stupore generale la salma della santa è
deposta nella "sua" chiesa, che nel frattempo è stata fatta
riedificare.
Passano ulteriori 8 secoli... stavolta siamo nel 1599:
la salma che la tradizione vuole sia quella di Santa Cecilia viene
riesumata per accertarne l'identità e gli illustri studiosi presenti
all'operazione constatano che il corpo presente, con il profondo taglio
sul collo corrispondente proprio a quanto descritto nell'antica leggenda
del martirio, dopo quasi 1400 anni, è ancora miracolosamente intatto!
Il miracolo fece grande scalpore a Roma, e Stefano Maderno fu
incaricato di eseguire una statua che ritraesse il corpo della santa
esattamente nella posizione in cui fu rinvenuto. Ecco il motivo della
"strana" posizione della statua. L'opera risale al 1599
Il Maderno
ha voluto anche mettere in risalto il taglio della spada sul collo e la
posizione delle dita: tre aperte nella mano destra e un dito aperto
nella sinistra.
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