venerdì 17 luglio 2015

8. Italino Iacomelli

Cimitero Monumentale di Staglieno (Genova).
Siamo a Genova. E' l'agosto del 1925, fa caldo e Italo, un bambino di 5 anni che tutti nel quartiere chiamano Italino, ha voglia di andarsene a giocare all'aperto.
Il piccolo abita al numero 8 di Piazza di San Bartolomeo dell’Olivella ed è cresciuto senza la mamma, che è morta nel darlo alla luce.
Italino corre felice verso i giardinetti, salendo su per la Salita di Carbonara.
Il padre lo sorveglia a breve distanza, mentre il bimbo spinge il suo cerchio dinanzi a lui.
Ma ad un certo punto, il cerchio va a scontrarsi con le gambe di un uomo.
L'uomo fissa il bambino, poi, con fare gentile, lo prende in braccio. Italino è tranquillo e il padre, a breve distanza dai due, non percepisce alcun pericolo. Ma in un istante accade qualcosa di impensabile. L’uomo solleva Italino e lo scaraventa giù dalle mura, da un’altezza di 15 metri.
  Tutti i cronisti dell'epoca si occuparono della tragica fine di Italino, ucciso da Ludovico, un uomo di Rivarolo affetto da disturbi mentali.
Si viene così a sapere che il giorno precedente aveva dato segni di squilibrio: si era presentato dai Carabinieri dicendo di aver buttato una bambina giù da un muro, ma aveva poi ritrattato ed era stato rilasciato.
Dopo aver gettato il bimbo di sotto, Ludovico si era dato alla fuga, inseguito dalla gente che aveva assistito al tragico evento, che lo aveva raggiunto e massacrato di botte. L'uomo venne sottratto alla folla inferocita dalle autorità, che lo portarono nello stesso Ospedale di Italino.

Le condizioni del bambino sono disperate: le fratture e le ferite riportate non lasciano speranza. Suo padre è lì con lui quando il piccolo esala l'ultimo respiro, quella stessa notte.
Italino Iacomelli incontrò il suo assurdo destino inseguendo il suo cerchio: ed è così che, ancora oggi, vive fra le sculture silenziose di Staglieno, intento a giocare col suo cerchio. Dietro di lui, dalla terra fredda e buia, affiorano le orribili mani di chi l'ha strappato alla vita.
Sulla sua lapide si legge: "Giglio immacolato".
Al suo funerale parteciparono migliaia di persone.
Ci sono sempre dei fiori sulla tomba del piccolo Italino, il bimbo che giocava con il cerchio.











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