lunedì 3 agosto 2015

194. La fossa dei bimbi perduti

A Tuam, nella contea di Galway (Irlanda), sono stati sepolti i corpi di 796 bambini, di età compresa tra i due giorni e i nove anni, in una fossa settica in disuso. Sono morti tra il 1925 e il 1961 in una casa per ragazze madri gestita dalle monache Bon Secours, la "St. Mary's Mother and Baby Home".
Gli abitanti del posto sapevano della tomba dal 1975, quando due ragazzini dodicenni, Barry Sweeney e Francesco Hopkins, giocando, ruppero la lastra di cemento che copriva il pozzo e scoprirono così una tomba piena di piccoli scheletri. Un prete recitò una preghiera presso il sito e poi il serbatoio venne nuovamente sigillato: il numero di corpi sconosciuto, i loro nomi dimenticati. I residenti credevano che si trattasse delle vittime della carestia nell’Irlanda di metà Ottocento.
Catherine Corless, storica di Tuam, scoprì l'entità del numero di bambini nella fossa comune quando chiese i certificati di morte dei bambini deceduti nella casa: nei registri di Galway erano elencate quasi 800 morti. Scioccata, la Corless, che ha passato intere settimane fra i registri delle biblioteche, delle chiese e degli uffici comunali,  ha controllato 100 di questi nomi con le sepolture  presenti nel cimitero, ed ha trovato un solo ragazzino sepolto in una tomba di famiglia. La stragrande maggioranza dei resti dei bambini era nella fossa settica. La Corless e un comitato locale hanno lavorato instancabilmente alla raccolta di fondi per acquistare un memoriale con una targa che riportasse il nome di ogni bambino.
Fino al 1990, in Irlanda, le ragazze madri e i loro figli venivano rinchiusi in queste "case" chiamate “mother and baby homes” o “Magdalene asylums” ("case della madre e del bambino" o "asili di Magdalene"): si trattava di istituzioni gestite dalla chiesa e finanziate dallo stato, dove le donne dovevano espiare i loro peccati, mentre i bambini venivano loro tolti.
Le testimonianze legate a queste strutture hanno ispirato vari film, tra cui "Magdalene" – Leone d’oro al Festival di Venezia nel 2002 – e "Philomena", interpretato da Judi Dench e candidato all’Oscar. Entrambi sono basati su storie vere e, oltre alle violenze subite dalle giovani ridotte a uno stato di prigionia, mettono in luce la pratica delle adozioni illegali dei bambini irlandesi figli di ragazze madri, ceduti a famiglie americane dietro compenso e senza il consenso delle mamme.
Secondo la Corless, il tasso di morte dei bambini nella casa di Tuam, e in istituti simili, erano 4-5 volte quello della popolazione generale.
Un'ispezione ASL svolta nel 1944 rivela le condizioni dei bambini e delle loro madri che vivevano lì. Esso rivela che nel mese di aprile dello stesso anno, c'erano 271 bambini e 61 ragazze madri, per un totale di 333 persone, che superava la capacità della casa di 243 unità.
Viene anche descritto un bambino di 13 mesi molto emaciato e senza nessun controllo sulle sue funzioni corporee, probabilmente con problemi mentali.
Nella stessa stanza c'era un bambino 'delicato' di dieci mesi che era 'figlio di itineranti', mentre un altro bambino di 5 anni viene descritto con 'le mani che crescono vicino spalle'.
Altri 31 neonati nella stessa stanza sono 'bambini poveri, emaciati e deperiti', la maggior parte di età compresa fra le tre settimane e i 13 mesi.
La bambina che è morta più grande è stata Sheila Tuohy, deceduta a nove anni, nel 1934. Uno dei più giovani è stato Thomas Duffy, di due giorni.
Ma quella di Tuam non era diversa da altre case in Irlanda. Avevano tutte la stessa linea comune: che quelle donne e i loro bambini dovessero essere puniti per i loro peccati.
La gente sapeva tutto questo. Sapeva degli abusi subiti da donne e bambini per mano del clero, abusi finanziati da uno stato teocratico e da una chiesa costruita per proteggere i suoi preti pedofili e una lastra di cemento sopra i corpi di 796 bambini lasciati morire dalle suore. Ma la chiesa sopravvive sempre.
Padre Fintan Monaghan, segretario dell'arcidiocesi di Tuam, dice: "Credo che non possiamo giudicare il passato dal nostro punto di vista. Tutto quello che possiamo fare è segnalare il sito in modo appropriato e assicurarci così che ci sia un posto adatto, in cui la gente potrà venire a ricordare i bambini che sono morti ".
La Corless dichiara:
"Non dobbiamo giudicare il passato con la nostra morale di oggi? Ok, giudichiamolo allora con la morale del tempo. Era dunque giusto a metà del 20° secolo in Irlanda gettare i corpi dei bambini morti nelle fosse settiche? Monaghan sta in realtà dicendo: "non giudichiamo il passato affatto". Ma è necessario giudicare il passato, perché è così che impariamo da esso.
Monaghan, non venga a recitare preghiere cattoliche su questi bambini morti. Non insulti coloro che in vita sono stati disprezzati e maltrattati proprio da voi. Piuttosto, ci dica dove sono gli altri corpi. C'erano queste case in tutta l'Irlanda, i tassi di mortalità infantile in ciascuna di esse erano scandalosi. In quanti sono morti? Quali sono i loro nomi? Dove sono le loro tombe? Non abbiamo bisogno di un banale calcolo dei danni, ma della verità sulla nostra storia."
Catherine Corless ha trascorso otto mesi cercando, senza successo, di convincere la gente a prestare attenzione alla ricerca che stava facendo sulla casa di Tuam.
Era sorpresa che i giornali locali e le stazioni radio non condividessero l'orrore che lei e alcuni residenti di Tuam provavano. Aveva sperato di ottenere il supporto per una campagna di raccolta fondi per installare una targa con i nomi dei bambini morti. Solo un piccolo articolo senza importanza, venne pubblicato in un giornale locale riguardo alla vicenda. "Sembrava che nessuno volesse portare alla luce questa storia", ha detto la Corless, "L'atteggiamento sembrava essere della serie 'è stato molto tempo fa, quindi non pensiamoci più, non importa più.'"
Ma Catherine Corless non ha mollato e finalmente un parente di uno dei bambini morti, venuto a conoscenza del suo lavoro, ha parlato con un giornalista di Dublino dei cadaveri dei neonati nella vasca settica e la notizia è esplosa su tutte le prime pagine.
La storia è stata diffusa a livello internazionale, persino negli Stati Uniti. Il governo irlandese ha avviato un'inchiesta su quanto accaduto a Tuam ed in altre case simili in tutto il paese.
Il primo ministro irlandese, Enda Kenny, ha detto che il trattamento delle madri e dei bambini nelle case-chiesa familiari è stato "un abominio", aggiungendo che per decenni le donne che hanno avuto figli al di fuori del matrimonio sono state trattate come "una sotto-specie inferiore" in Irlanda. Per gli attivisti che hanno lavorato per anni per riuscire ad ottenere delle indagini ufficiali su queste case è stato un trionfo.
I fatti restano ancora incerti, ma il caso ha scatenato un'ondata di auto-critica in Irlanda sul recente travagliato passato della chiesa cattolica. Gli scandali degli abusi sui minori e le rivelazioni sugli "asili di Magdalene" hanno innescato un dibattito a livello nazionale.
Per Catherine Corless, che oggi ha 61 anni, la casa di Tuam è stata una presenza costante nell'infanzia:
"Mi ricordo quel muro alto, che costeggiavo per andare a scuola. Era un muro di quasi 3 metri che circondava completamente la casa. C'erano dei vetri rotti ai piani superiori. I bambini non potevano uscire. Io avrò avuto sei o sette anni e mi ricordo il rumore dei bambini che marciavano per andare a scuola: indossavano scarpe di legno, perché duravano di più. Tutti ricordano il rumore degli zoccoli. C'erano bambini dell'istituto anche nella mia scuola elementare: ricordo la freddezza delle suore verso i bambini. A noi "altri" bambini  le suore dicevano che se non ci fossimo comportati bene, ci avrebbero messo vicino ad un bambino della casa per punizione, rimarcando che quei bambini erano diversi. Era una chiara forma di umiliazione pubblica. Erano nati illegittimi, quindi, erano cattivi. Mi sento ancora a disagio per il comportamento che anch'io ho avuto nei confronti di quei  bambini, da piccola. Quando avevo 7 anni, pensai di fare uno scherzo ad una bambina della casa, avvolsi un sasso nella carta di un dolce e glielo diedi. Lei lo afferrò felicissima, ma poi lo aprì e si rese conto che non c'era alcun dolce. A quel tempo mi sembrò divertente, ma quando ho scoperto che quei bambini non avevano mai avuto un dolce nella loro vita e che non ne sarebbero mai entrati nella casa in cui vivevano,  mi sono resa conto dell'impatto che quello scherzo doveva aver avuto su quella bambina. Le suore avrebbero dovuto dirci che quei bambini erano speciali e ci avrebbero dovuto spingere a prendercene cura. Sarebbe stata la cosa giusta da fare, anziché trattarli in maniera diversa, ignorarli e lasciarli in un angolo della classe.
La gente dice che le famiglie hanno sbagliato a buttare fuori le loro figlie incinta e su questo sono d'accordo, ma  non bisogna dimenticare che è stata la chiesa a stabilire le leggi in vigore, dichiarando che il sesso fuori del matrimonio era peccaminoso. Sono state incolpate le donne, mentre gli uomini che le avevano messe incinta non avevano colpe. Nelle messe domenicali, le prediche facevano sì che le famiglie si vergognassero di mostrare una figlia incinta. Sono molto, molto arrabbiata con la chiesa cattolica, ho perso il rispetto per la chiesa cattolica, con tutti gli scandali di abusi  che ogni volta vengono insabbiati. Ho scritto alle suore della missione di Bon Secours, 2 anni fa,  per raccontare loro della mia ricerca. Mi hanno risposto con una e-mail in cui dicevano solo: "Le auguriamo ogni bene per il suo progetto". La brevità della risposta mi sorprese. Quando però le mie ricerche hanno fatto notizia, sono stata invitata a rispondere alle suore in un hotel di Galway. Il capo della missione, Suor Marie Ryan, si è offerta di fare una donazione per la lapide commemorativa, ma ha messo in dubbio i miei risultati,  suggerendo che i corpi appartenevano probabilmente alle vittime della carestia, che risale ad un secolo prima. Ha detto che le sorelle erano "devastate" da tutto questo ... non so cosa volesse dire, se devastate per se stesse, per la ribalta dei media, o perché la storia è venuta fuori..."
Dal momento che l'interesse mondiale ha cominciato a concentrarsi su Tuam, nel giugno del 2014, la Corless ha ricevuto centinaia di email da persone che la ringraziavano per aver  attirato l'attenzione  sul caso. Molti hanno offerto aiuto finanziario e alcuni hanno chiesto di poter esaminare l'elenco dei bambini per vedere se c'era il nome di qualche loro parente.
Il sito è ora circondato da un complesso residenziale. Una lista di persone scomparse è stata presentata alla polizia irlandese e la zona può ora essere scavata.
Una fonte vicina alle indagini, ha dichiarato: 'Nessuno conosce il numero totale dei bambini nel sepolcro. Ci sono 796 certificati di morte, ma sono solo quelli che conosciamo. Dio solo sa chi altro c'è nella tomba.'
Le autorità irlandesi hanno spiegato che presto sarà aperta un’inchiesta più approfondita per capire che cosa è successo a Tuam e come sono morti tutti quei bambini: a chiederlo è stato il ministro dell’Educazione Ciaran Cannon. Nel frattempo, anche l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha chiesto che una commissione indipendente sia dalla Chiesa che dallo Stato si occupi della vicenda: "sarà importante intraprendere un progetto di ricostruzione storica sociale, per dare un’immagine accurata di queste case d’accoglienza nella storia del nostro Paese". Ha poi aggiunto che, se "sussistono ragioni concrete", è favorevole a riesumare le ossa nella fossa ed edificare un monumento che raccolga i nomi di tutti i bambini defunti.
Due anni fa, il governo irlandese ha risarcito le ex-residenti degli istituti cattolici femminili per anni di lavoro non pagati e per le umiliazioni subite. Gli abusi erano noti da tempo contro ragazze che si rifugiavano negli istituti perché la società del tempo le considerava colpevoli di comportamenti immorali. Sulla vicenda della fossa comune il Parlamento di Dublino ha chiesto al premier irlandese Enda Kenny di riferire in Parlamento e di aprire un’inchiesta a nome non solo delle vittime, ma dell’intera Nazione.
Rapporti recentemente rinvenuti mostrano che i bambini hanno sofferto di malnutrizione e di abbandono, che ha causato la morte di molti, mentre altri sono morti di morbillo, convulsioni, la tubercolosi, la gastroenterite e la polmonite.
I registri affermano che una giovane madre single chiamata Bridget Dolan da Clonfert, diede alla luce due bambini nella casa: John Desmond Dolan è nato il 22 feb 1946  del peso di 8 libre e 9 once e la sua nascita è registrata come 'normale', ma è morto di  morbillo l'11 giugno 1947;  mentre suo fratello, William Joseph Dolan, è nato il 21 maggio 1950 ed è stato dichiarato morto l'anno successivo, ma non vi è alcun certificato di morte per William.
Un suo parente, che ha chiesto di restare anonimo,  ha fatto una denuncia formale e ha detto: "Voglio solo sapere cosa gli è successo. Non esiste un certificato di morte. Potrebbe aver avuto la fortuna di essere uscito da lì, magari adottato e poi portato negli Stati Uniti. Più di 2000 bambini sono stati inviati a famiglie americane dalle suore nel corso del 1950 e '60. Potrebbe essere ancora vivo, o potrebbe trovarsi insieme a suo fratello nella tomba. Voglio scoprirlo."
Una donna di 85 anni sopravvissuta alla casa di Tuam ha raccontato delle condizioni miserabili della casa, dove è stata rinchiusa nel 1932.
La donna, di nome Mary,  vive ora nella parte occidentale dell'Irlanda ed ha trascorso quattro anni nella casa, prima di essere affidata ad una famiglia.
Ha detto: "Mi ricordo che c'era una sala enorme, piena di bambini che correvano in giro, sporchi e freddi. L'edificio era molto vecchio e di notte era gelido, con quelle grandi pareti in pietra. Mangiavamo in questa grande sala lunga e ci davano una zuppa da una grande pentola, che ricordo molto bene: aveva un gusto marcio... ma era meglio che morire di fame . Raramente ci lavavano e spesso indossavamo gli stessi vestiti per settimane. Eravamo sporchi. Mi ricordo una volta in cui mi sono sporcata e le suore mi fecero un bagno d'acqua gelida."
J.P. Rodgers, che oggi ha 68 anni, è nato nella casa ed è stato separato a forza dalla madre, cresciuto lì fino all'età di cinque anni:
"E 'meraviglioso che Catherine abbia esposto questo capitolo orribile della storia irlandese. Quello che è successo là è agghiacciante e squallido. Dobbiamo affrontarlo e fare in modo che non accada mai più."










Bridget Dolan


Catherine Corless
J.P Rodgers


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