Le ammiratrici di Oscar Wilde dovranno
trovare una nuova soluzione per manifestare il loro profondo amore verso
il famoso dandy irlandese.
La tradizione di baciare la statua
funebre lasciando l’impronta di rossetto non è ormai più praticabile in
seguito all’installazione di una barriera di vetro.
L’autore di "Il ritratto di Dorian Gray" riposa al cimitero del Père Lachaise dal 1900.
La pratica di rendere omaggio alla tomba di Oscar Wilde attraverso le impronte di rossetto ebbe inizio intorno al 1990.
Da quel momento rosse labbra provenienti da tutto il mondo si sono
poggiate sul marmo raffigurante una sorta di divinità alata, una sfinge.
Sebbene un cartello posto davanti alla scultura di pietra ricordi
ai visitatori che una multa di 9000 € è prevista per chi scrive o sporca
il monumento, questo singolare rituale non si è mai arrestato.
Da
qui la decisione di porre una barriera che proteggesse il monumento
sotto il quale giace Oscar Wilde, decisione che è stata presa su
richiesta di Merlin Holland, nipote dello scrittore.
Holland ha
sottolineato che i numerosi interventi di pulizia delle tracce
d’inchiostro e di rossetto hanno danneggiato gravemente la pietra,
facendola diventare molto porosa e fragile.
Da questa considerazione
è nata la decisione di limitare l’accesso al monumento e di proteggerlo
contro l’usura che potrebbe causarne il collasso.
La vetrata
protettiva è stata posizionata davanti alla tomba di Wilde il 30
novembre 2011, in occasione dell’anniversario della sua morte.
Le
appassionate seguaci del dandy che dichiarò “Date alle donne l’occasione
ed esse potranno fare tutto” dovranno trovare una nuova forma
espressiva per esternare la loro ammirazione.
Oscar Fingal
O'Flaherty Wills Wilde nacque a Dublino il 16 ottobre 1854. Dopo gli
studi classici al Trinity College di Dublino, frequentò l'università di
Oxford. Spirito eccentrico e dandy di rara eleganza, cominciò a far
parlare di sé negli ambienti mondani e fu preso di mira dalla rivista
umoristica "Punch", che ne mise in ridicolo vezzi e atteggiamenti. Per
il fascino della sua conversazione brillante, ebbe tuttavia anche
numerosi stimatori.
Alla pubblicazione del primo volume di poesie
nel 1881, seguì un fortunato ciclo di conferenze negli Stati Uniti.
Tornato in Inghilterra, dopo aver trascorso un mese a Parigi, Wilde si
stabilì a Londra e nel 1884 sposò Costance Lloyd, una facoltosa
irlandese: un matrimonio non dettato dal sentimento, ma semmai di
facciata. Wilde è difatti omosessuale e vive questa condizione con
enorme disagio, soprattutto a causa della soffocante morale vittoriana
che imperava nell'Inghilterra del tempo. Questo matrimonio non poteva
però durare a lungo e infatti, dopo la nascita dei suoi figli Cyryl e
Vyvyan, si separa dalla moglie a causa dell'insorgere della sua prima
vera relazione omosessuale.
Nel 1888 pubblica la sua prima
collezione di storie per ragazzi "Il principe felice e altre storie",
mentre tre anni dopo compare il suo unico romanzo, "Il ritratto di
Dorian Gray", capolavoro che gli diede fama imperitura e per cui è
conosciuto ancora oggi.
Ma la penna di Wilde sa colpire in più
direzioni e se le tinte fosche le sono familiari, nondimeno si esprime
al meglio anche nel ritratto sarcastico e sottilmente virulento. La
patina di amabilità è anche quella che vernicia uno dei suoi più grandi
successi teatrali: il brillante "Il ventaglio di Lady Windermere", dove,
sotto l'apparenza leggiadra e il fuoco di fila delle battute, si
nasconde la critica al vetriolo alla società vittoriana. La stessa che
faceva la fila per vedere la commedia.
Galvanizzato dai successi,
lo scrittore produce una quantità considerevole di pregevoli opere. "Una
donna senza importanza" torna alle tematiche scottanti (avendo a che
fare con lo sfruttamento sessuale e sociale delle donne), mentre "Un
marito ideale" è incentrato nientemeno che sulla corruzione politica. La
sua vena umorisitca esplode nuovamente con l'accattivante "L'importanza
di chiamarsi Ernesto", un'altra stilettata al cuore dell'ipocrita
morale corrente.
Questi lavori vennero definiti come perfetti esempi
della "commedy of manners", grazie alle loro illustrazioni delle
maniere e della morale dell'affascinante e un po' frivola società del
tempo.
Ma la società vittoriana non era così disposta a farsi
prendere in giro e soprattutto a veder svelate le sue contraddizioni in
maniera così palese e sarcastica. A partire dal 1885, la scintillante
carriera dello scrittore e la sua vita privata vennero dunque distrutte.
Già dal 1893 la sua amicizia con Lord Alfred Douglas, detto Bosie,
mostra la sua pericolosità procurandogli non pochi fastidi e suscitando
scandalo agli occhi della buona società.
Nel 1895, all'apice
della carriera, fu al centro di uno dei processi più chiacchierati del
secolo, quello che lo vide imputato di sodomia, uno scandalo senza pari
nell'Inghilterra vittoriana. Entrato in carcere viene processato anche
per bancarotta, i suoi beni sono messi all'asta mentre sua madre muore
poco dopo.
Viene condannato per due anni ai lavori forzati; è
durante il periodo del carcere che scrive una delle sue opere più
toccanti "De profundis", che non è altro che una lunga lettera
indirizzata al mai dimenticato Bosie (il quale nel frattempo si era
allontanato non poco dal compagno, quasi abbandonandolo).
Sarà il
vecchio amico Ross, l'unico presente fuori dal carcere ad attenderlo al
momento della scarcerazione, a tenerne una copia e a farla pubblicare,
come esecutore testamentario, trent'anni anni dopo la morte di Wilde.
L'ultima opera, scritta dopo un riavvicinamento a Bosie, è "Ballata del
carcere di Reading" che termina nel 1898 dopo essere uscito di
prigione, durante un soggiorno a Napoli.
Tornato a Parigi, apprende
della morte della moglie e, dopo un paio d'anni di spostamenti sempre
insieme all'amato Bosie, il 30 novembre del 1900 Oscar Wilde muore di
meningite a Parigi, dove aveva trascorso gli ultimi tristi anni di vita
sotto falso nome (Sebastian Melmoth). Al suo funerale sette persone.
Mentre
Wilde si trovava in punto di morte, il suo amico Robert Ross condusse
presso di lui il reverendo cattolico irlandese Cuthbert Dunne. Non
essendo Wilde in grado di parlare, Ross gli chiese se voleva vedere il
sacerdote dicendogli di sollevare la mano
per rispondere affermativamente. Wilde la sollevò. Il sacerdote gli
domandò, con la stessa modalità, se voleva convertirsi, e Wilde sollevò
nuovamente la mano. Quindi padre Dunne gli somministrò il battesimo
condizionale, lo assolse dai suoi peccati e gli diede l'estrema unzione.
Wilde tre settimane prima di morire dichiarò ad un corrispondente del
«Daily Chronicle»: «Buona parte della mia perversione morale è dovuta al
fatto che mio padre non mi permise di diventare cattolico. L'aspetto
artistico della Chiesa e la fragranza dei suoi insegnamenti mi avrebbero
guarito dalle mie degenerazioni. Ho intenzione di esservi accolto al
più presto».
Chi conosce bene la vita di Oscar Wilde, ricorderà con un naturale moto
di simpatia Robert Ross (1869-1918), l’amico fedele che gli rimase
accanto anche negli anni bui della prigione e della bancarotta. Benché
canadese di nascita, Ross arrivò presto in Inghilterra dove non nascose
mai la propria omosessualità. Un atteggiamento per cui rischiò di morire
di polmonite, quando alcuni compagni di Università lo gettarono
brutalmente nella acque gelide di una fontana. Un gesto che non perdonò
mai e per il quale lottò come un leone, chiedendo non solo le scuse
formali dei suoi assalitori, ma anche le dimissioni del preside che,
secondo Ross, era a conoscenza del pericolo che correva.
Abbandonata
Cambridge, il giovane canadese si buttò anima e corpo nella vita
artistica -bohemien di Londra, stringendo amicizia con Oscar Wilde, di
cui divenne, almeno secondo alcuni, l’amante. Un rapporto intenso, a cui
Ross restò sempre fedele, adoperandosi in tutti i modi per aiutare
l’amico. Lo soccorse prima, durante e dopo il processo. Gli fu accanto
nel momento della morte a Parigi, commissionò per lui la tomba
(richiedendo per sé una piccola nicchia in cui mettere un giorno le
proprie ceneri) e riacquistò i diritti d’autore andati perduti nei mesi
rovinosi che seguirono lo scandalo, restituendoli ai figli. Un amico
sincero che propria a causa di questa ammirevole fedeltà fu sempre
perseguitato dall’odio instancabile di Lord Alfred Douglas, che fece di
tutto per farlo arrestare per omosessualità (anni prima Ross era già
stato ad un passo dall'arresto per il suo rapporto con un sedicenne di
cui Douglas stesso era stato l'amante).
Robert Ross morì
improvvisamente nel 1918 alla vigilia della sua partenza per
l’Australia, dove doveva aprire un’importante mostra a Melborune (Ross
non era solo l’amico fidato del celebre autore ma anche critico e
mecenate di grandi artisti come il poeta Siegfried Sassoon). Le sue
ceneri furono tuttavia tumulate accanto ad Oscar Wilde solo nel 1950,
anno in cui ricorreva il cinquantesimo anniversario della morte dello
scrittore.
L'iscrizione sulla lapide riporta, tra la denuncia e l'ironia:
"And alien tears will fill for him
Pity's long-broken urn,
For his mourners will be outcast men,
And outcasts always mourn."
(E lacrime aliene riempiranno per lui
l'urna a lungo rotta della pietà,
I suoi afflitti saranno reietti,
ed i reietti sempre lo rimpiangeranno).
Nella parta posteriore della lapide, un'iscrizione riporta:
"Alas, I am dying beyond my means."
(Ahimé, muoio al di là dei miei mezzi).
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