giovedì 9 gennaio 2020

249. La Bella Addormentata catanese

Nel cimitero di Catania, in una cappella ormai lasciata in abbandono, riposa una mummia risalente al 1911, che ancora oggi ci racconta silenziosamente la sua infelice storia. E' Angelina Mioccio, una giovane ragazza morta suicida agli inizi del secolo scorso. Oggi il suo corpo non è più visibile, ma i catanesi continuano a raccontarne la storia.
La gente la conosce come la “bella addormentata catanese” o la “mummia di Catania”. Oggi, il suo corpo non è più visibile, ma su di lei si raccontano ancora storie e leggende. Angelina Mioccio morì giovanissima e venne mummificata e deposta nella cappella di famiglia all'interno del cimitero di Catania. A detta degli esperti, si tratta di una testimonianza preziosissima delle tecniche di imbalsamazione ancora in uso nel ventesimo secolo.
Figlia di una facoltosa famiglia catanese di origine ebrea, Angelina Mioccio visse nell’agio e nel lusso fino all’età di diciott’anni, quando, ormai in “età da marito”, figlia prediletta del padre, fu promessa in sposa da quest'ultimo ad un ricco avvocato di dieci anni più grande di lei. Ma lei non lo amava. Angelina era innamorata invece di Alfio, un lontano cugino di bassa estrazione sociale, che lavorava per il suo ricco padre. Anche Alfio la amava, ma non abbastanza da vincere la paura di perdere il lavoro e trovare il coraggio di affrontare il padre di Angelina per chiedergli la mano della figlia. Tale debolezza, Alfio la rimpiangerà per tutta la vita.
Quella vita infelice che qualcun altro aveva scelto per lei, Angelina decise di non viverla affatto. Le preferì la morte. E così, nel 1911, si gettò nel vuoto, dalla torre del Castello di Leucatia (oggi restaurato e, dal 2001, adibito a biblioteca) che suo padre stava facendo costruire come dono di nozze per i futuri sposi.
Ma nemmeno dopo il suicidio Angelina troverà pace. La ragazza verrà infatti "imprigionata" nel proprio corpo dai genitori, che sceglieranno di farla imbalsamare per rendere eterna la sua bellezza. E beffarda sarà la scelta di un abito nuziale come veste per il suo ultimo viaggio.
I genitori regaleranno alla figlia una cappella presso il cimitero monumentale di Catania, dove il corpo imbalsamato di Angelina verrà esposto in una teca di vetro. Tuttavia, nemmeno la sepoltura darà pace alla povera ragazza. La cappella Mioccio è stata oggetto di continue incursioni da parte di ladri e vandali e la teca dentro cui riposa Angelina è stata distrutta. L'incuria e l'indifferenza degli eredi hanno fatto il resto. A "prendersi cura" della fanciulla, soltanto un tale, che diceva di aver visto Angelina in sogno. Per mesi, si è occupato di lei, senza autorizzazione e rischiando di danneggiare il corpo, pulendole il vestito, sistemandole i capelli, riempiendo la tomba di bambole, fiori e orsacchiotti. Oggi, il sepolcro giace in uno stato di completo abbandono, tanto che la cappella, dichiarata a rischio crollo, è stata murata e la mummia non è più visibile.
La vicenda suscita ancora l’interesse di cittadini, esperti e giornalisti, tra cui anche Rossella Iannello, firma de La Sicilia, che nel 2017 ha pubblicato un docu-romanzo, dedicato alla storia di Angelina e intitolato “La Bella Angelina”.
Anche un ricercatore siciliano dell'Eurac, Istituto per le mummie e l'Iceman di Bolzano, ha scritto alla sovrintendenza e alla direzione del cimitero catanese, chiedendo il permesso di studiare da vicino la salma mummificata della giovane.
Il dott. Dario Piombino-Mascali, direttore del Progetto «Mummie siciliane» dell'Eurac e conservatore scientifico delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo, scrive:
«Dal momento che tale salma rappresenta una eccezionale testimonianza delle tecniche imbalsamatorie del secolo decimonono, essa si configura come bene culturale a tutti gli effetti, e pertanto può essere protetta ai sensi dell'attuale Codice dei Beni culturali.
«Nell'ambito del progetto "Mummie siciliane" da me diretto, e in base alle competenze maturare dal mio istituto, unico al mondo per lo studio dei resti mummificati, vorrei offrire la mia disponibilità a portare avanti uno studio sulla donna in questione, volto alla comprensione del trattamento imbalsamatorio e alla sua futura conservazione, valorizzazione e fruizione», Lo studioso, autore fra l'altro del libro «Il Maestro del sonno eterno», dedicato all'imbalsamatore siciliano autore dell'eccezionale mummificazione della bambina corservata ai Cappuccini di Palermo - chiede dunque di compiere un'ispezione della salma «e individuare le strategie di conservazione più idonee al reperto, che potrà trovare una adeguata collocazione o un repentino ripristino di quella attuale, all'interno del cimitero catanese».
Ma ad oggi, Angelina resta murata nella sua cappella. Si dice che da una fessura la mummia s’intraveda ancora.
Al di là dei risvolti macabri della vicenda e nella speranza che il corpo della giovane possa finalmente trovare la pace tanto agognata, Angelina è ormai per i catanesi un vero e proprio simbolo. Il corpo imprigionato della giovane è oggi una doppia testimonianza storica importantissima: di una raffinata tecnica di imbalsamazione, ma soprattutto di una Sicilia di inizio Novecento. Una Sicilia in cui il destino di tutte le giovani donne, considerate di proprietà prima del padre e poi del marito, non era quasi mai diverso da quello di Angelina Mioccio.


(Grazie mille a Lucia Campanella per avermi segnalato questa vicenda).






 




Castello di Leucatia

Castello di Leucatia


  




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