martedì 14 gennaio 2020

253. Una famiglia... unita

E' il 2010. Joseph McStay (40 anni) e sua moglie Summer Martelli (43 anni) vivono a Fallbrook, in California, coi due figli Gianni (4 anni) e Joseph Jr. (3 anni). Joseph ha un'impresa che costruisce fontane decorative,  la Earth Inspired Products, di cui Summer è agente immobiliare autorizzata.
Il 4 febbraio, alle 19:47, il sistema di videosorveglianza di un vicino riprende parte di un veicolo che si ritiene essere la Isuzu Trooper del 96 della famiglia McStay. Nella registrazione non è possibile distinguere gli occupanti del veicolo. Alle 20:28 viene effettuata una chiamata dal cellulare di Joseph McStay al suo socio in affari, Chase Merritt. Risponde la segreteria telefonica. In séguito, Merritt dirà alla polizia di aver ignorato il telefono perché stava guardando un film. Il cellulare di Joseph aggancia una cella di Fallbrook.
Solo parecchi giorni dopo, i parenti dei McStay tentano invano di contattarli. Il 13 febbraio, il fratello di Joseph, Michael, si reca all'abitazione dei McStay e, trovando una finestra aperta sul retro, entra in casa. Michael non trova nessuno, eccetto i due cani della famiglia nel cortile, abbandonati a se stessi senza cibo nè acqua. Nelle stanze ci sono gli abiti e gli effetti personali. Il frigo è pieno. In una camera la pittura e i pennelli. Il 15 febbraio, Michael telefona al dipartimento dello sceriffo della contea di San Diego e riferisce che il fratello è sparito con tutta la sua famiglia. Gli ufficiali chiedono un mandato di perquisizione, che viene effettuata il 19 febbraio. Sebbene la perquisizione non evidenzi alcun segno di lotta, alcuni particolari sembrano indicare  una partenza frettolosa: un cartone di uova lasciato sul bancone e due ciotole di popcorn a misura di bambino su un divano.
Durante le indagini, la polizia apprende che intorno alle 23:00 dell'8 febbraio, il fuoristrada della famiglia è stato rimorchiato da un parcheggio del centro commerciale di San Ysidro, San Diego, vicino al confine messicano. Si pensa che sia  stato parcheggiato lì tra le 17:30 e le 19:00 di quella sera. Dove si trovasse l'auto tra il 4 e l'8 febbraio rimane un mistero.
La sparizione alimenta molte teorie. La fuga volontaria. Una doppia vita dei McStay. Un affare andato male e collegato all’attività del capo famiglia, che spesso si recava in Messico per via dei suoi affari. A sollevare dubbi anche il profilo della moglie, che aveva cambiato identità, sostituendo il suo vero nome, Virginia Lisa Aranda, con Summer. Poi, insinuazioni sui rapporti personali della coppia. E ancora,  i legami con i narcos. Ciliegina sulla torta,  le relazioni - complesse - con i familiari e nella sfera lavorativa. Tutti elementi che portano la polizia di San Diego a credere che si tratti di  un allontanamento volontario.
Gli investigatori trovano inoltre sulla cronologia del computer di famiglia ricerche sui documenti necessari per i bambini per viaggiare in Messico e programmi di lezioni di spagnolo. Dato che  l'auto è stata trovata così vicina al confine messicano, la polizia esamina i filmati di sorveglianza del cancello d'ingresso in Messico. Il video registrato la sera dell'8 febbraio viene reso pubblico il 5 marzo e mostra quattro persone che assomigliano ai McStay che attraversano il confine. Il 19 febbraio 2010, la polizia californiana informa l'Interpol di essere alla ricerca della famiglia.  Nell'aprile 2013, il dipartimento dello sceriffo di San Diego annuncia di ritenere che i McStay si sono recati in Messico volontariamente.
Avvistamenti non confermati della famiglia vengono segnalati in Messico e altrove, perpetuando la speranza che i McStay siano al sicuro e se ne siano andati di propria volontà. I parenti non ci credono, sostenendo che Joseph e Summer evitano quel paese a causa della minaccia alla sicurezza rappresentata dalle recenti guerre di droga. Per di più, i McStay hanno più di 100.000 dollari nei conti bancari: nessun prelievo di fondi è stato effettuato in preparazione del viaggio e i loro conti non sono stati toccati nemmeno dopo la scomparsa. La sorella di Summer dichiara inoltre che il suo passaporto è scaduto. Sebbene sia possibile per un cittadino degli Stati Uniti entrare in Messico senza passaporto, è invece necessario per rientrare negli Stati Uniti.
Il quadro cambia completamente solo 3 anni più tardi, quando, l'11 novembre del 2013, un motociclista trova dei resti di scheletri umani in due buche poco profonde vicino a Victorville, in una zona desertica  che fiancheggia l’autostrada che dalla California conduce a Las Vegas. Altro che fuga in Messico, sono stati ammazzati. Due giorni dopo, alcuni dei resti vengono dichiarati ufficialmente come appartenenti a Joseph e Summer McStay: le  impronte dentali corrispondono. I corpi sono rimasti là a lungo. Gli investigatori ritengono che i due piccoli scheletri trovati insieme ad essi appartengano a Gianni e Joseph Jr. Si tratta senza dubbio di omicidio.
Lo sceriffo John McMahon della polizia di San Bernardino (ormai subentrata all’inefficiente polizia di San Diego) fornisce pochi elementi sul possibile movente. I parenti delle vittime sostengono che l’omicida avrebbe agito per una questione di soldi, voleva forse mettere le mani sul denaro di un grosso contratto. Quanto alla dinamica, gli investigatori affermano che i quattro sono stati assassinati all’interno della loro abitazione, probabilmente colpiti con una spranga o comunque con un oggetto molto pesante. L’auto lasciata alla frontiera è probabilmente un tentativo di depistaggio.
Le circostanze della scomparsa e la mancanza di indizi sul luogo in cui vengono ritrovati i resti scatenano la speculazione da parte di criminali dilettanti. Nel frattempo, il conduttore radiofonico Rick Baker, che segue la faccenda, dopo aver intervistato il fratello di Joseph, Michael, nel suo programma, ha già pubblicato un libro, "No Goodbyes: The Mysterious Disappearance of the McStay Family", e condotto dozzine di interviste sul caso (viaggiando in Messico, Belize, Haiti e Repubblica Dominicana). Nel libro, Baker ipotizza che possa essere stata Summer a commettere gli omicidi. Quando vengono ritrovati i corpi, il conduttore offre un rimborso a coloro che hanno acquistato il suo libro prima di novembre 2013.
Gli investigatori e l'opinione pubblica si concentrano a questo punto sul socio di McStay, Charles "Chase" Merritt (57 anni), che è stata l'ultima persona conosciuta ad avere avuto contatti con Joseph McStay e la prima a notare la sua scomparsa. Secondo i registri statali, Merritt ha condanne penali per furto con scasso e per ricettazione. La sua condanna più recente risale al 2001: si tratta del furto di attrezzature per saldatura e perforazione per un valore di 32.000 dollari a San Gabriel Valley, a Monrovia, in California. Un conoscente di Merritt rivela a un giornalista di San Diego, "Penso che la polizia dovrebbe tenere d'occhio lui e chiunque ci abbia a che fare."
Nel 2013, Merritt ammette di aver trascorso più di un'ora con Joseph il giorno in cui la famiglia McStay è scomparsa. Merritt, che è stata anche l'ultima persona che Joseph ha chiamato dal suo cellulare, rivendica di aver superato il test del poligrafo e di non sapere nulla che possa aiutare a risolvere il mistero. Quando gli viene chiesto se pensa che Merritt sia un sospetto, il padre di Joseph, Patrick, risponde: "Devo avere fiducia in Chase, perché devo avere fiducia in mio figlio. Credo che [Joseph] si sia fidato di Chase e abbia creduto in Chase. Se penso che Chase sia coinvolto? Non credo, e spero proprio di no. "
Nel gennaio 2014, Merritt dichiara che avrebbe potuto scrivere un libro sulla famiglia, sostenendo che Summer aveva problemi di rabbia e che Joseph soffriva da tempo di un misterioso disturbo. La famiglia di Joseph conferma che aveva una malattia inspiegabile e che Summer era molto possessiva con suo marito, ma suggerisce anche che Merritt sia stato il responsabile di quel malessere infondato. Patrick McStay però dice: "Credo che amasse davvero mio figlio".
Nel 2013, i parenti dei McStay avevano chiamato l'ex fidanzato di Summer, Vick W. Johansen, una persona di interesse nel caso. La famiglia sosteneva che gli scambi di e-mail dimostrassero che Johansen era ossessionato da Summer ancora anni dopo la fine della loro relazione. E dati i trascorsi criminali - che includevano minacce violente, vandalismo, disturbo della quiete pubblica e resistenza a pubblico ufficiale - e gli insoliti spostamenti nel periodo della scomparsa,  lo consideravano un possibile sospetto. Il dipartimento di polizia di San Diego non aveva però mai preso in esame Johansen.
Il 5 novembre 2014, i detective del dipartimento dello sceriffo della contea di San Bernardino  arrestano Merritt per la morte della famiglia McStay, dopo aver trovato il suo DNA nella loro auto. Il suo arresto viene reso noto il 7 novembre 2014. Merritt è accusato di quattro omicidi e il procuratore distrettuale chiede la pena di morte. Nel luglio 2015, l'avvocato difensore di Merritt presenta una richiesta di archiviazione del caso a causa di un difetto nella formulazione utilizzata dall'accusa al momento della presentazione delle prove.
Secondo le dichiarazioni giurate depositate e contenute nel mandato d'arresto, le autopsie hanno concluso che tutte e quattro le vittime sono state picchiate a morte con un oggetto contundente e gli investigatori ritengono che l'arma del delitto sia stata la mazza trovata nella fossa contenente i resti di Summer e di suo figlio. Chase temeva di essere riconosciuto dai bimbi e per questo aveva ucciso anche loro. Gli investigatori dichiarano inoltre che le vittime sono state barbaramente torturate prima di essere uccise.
I pubblici ministeri affermano che Merritt, con grossi problemi dovuti al gioco d'azzardo, ha ucciso la famiglia McStay per questioni finanziarie. Nei giorni successivi allo sterminio, Chase ha emesso assegni per un totale di oltre 21.000 dollari dal conto aziendale di Joseph, e poi è andato a giocare nei casinò vicini, perdendo migliaia di dollari. Il processo di Merritt viene ritardato dal continuo ricambio dei suoi avvocati e da tentativi  di rappresentarsi da solo. A febbraio 2016, ha già fatto fuori cinque avvocati.
Nel gennaio 2018, viene stabilita l'udienza preliminare del processo per il 23 febbraio. L'avvocato di Merritt presenta una mozione alla corte superiore di San Bernardino il 7 aprile 2018, sostenendo che i registri contabili di Joseph sono prove inammissibili. Il 4 maggio, il processo viene rinviato  a luglio 2018. Finché, finalmente, il 7 gennaio 2019, in un tribunale di San Bernardino, con le dichiarazioni di apertura di entrambe le parti, il processo ha inizio.
Il 10 giugno 2019, una giuria della contea di San Bernardino dichiara Merritt colpevole dell'omicidio della famiglia McStay e lo condanna a morte. L'esecuzione viene fissata al 13 dicembre 2019.
Della famiglia McStay restano solo quattro croci che si ergono nell'area desertica di Victorville, dove i resti sono stati rinvenuti, e la lapide nel cimitero El Toro Memorial Park a Lake Forest, Orange County, in California. Insieme sono stati uccisi, insieme hanno aspettato di essere ritrovati per raccontare cosa fosse successo, e insieme riposeranno per tutti gli anni a venire.










Charles Merritt al momento della sentenza

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