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mercoledì 15 gennaio 2020

254. 37 anni per un nome

Il 31 ottobre 1981 viene rinvenuto il corpo di una giovane donna in un campo di grano a Dixie, accanto a una piccola stradina sterrata, nella Contea di Brooks, in Georgia. Il cadavere è stato parzialmente coperto di rami e foglie tagliati sul momento. Si ritiene che la ragazza abbia tra i 18 e i 24 anni. La causa della morte è una ferita da taglio all'addome con "annesso strangolamento".
Poco dopo, viene arrestato per quell'omicidio George Newsome, un 52enne che fa parte di una fiera itinerante che in quel momento si trova a Quitman. Gli investigatori ritengono che anche la ragazza uccisa lavorasse nella fiera e quando perquisiscono il camper di Newsome, un camper rubato in un altro stato, trovano la corda usata per strangolare la giovane. Il coltello non viene mai recuperato.
Durante le fasi iniziali dell'indagine, Newsome si rifiuta di collaborare. Circa una settimana dopo il suo arresto, fugge dal carcere della Contea di Brooks e viene riacciuffato solo il 13 gennaio 1983, in Alabama.
Dopo l'arresto, Newsome confessa l'omicidio e dice di aver incontrato la ragazza al North Florida Fair Grounds di Tallahassee prima di venire a Quitman. Dice agli investigatori di aver litigato con lei per un altro uomo e si dichiara colpevole dell'omicidio. Viene condannato all'ergastolo e muore per cause naturali il 10 agosto del 1988, mentre è ancora dietro le sbarre, all'età di 58 anni. Muore senza rivelare l'identità della vittima, non perché non voglia ma semplicemente perché non la conosce.
Per anni, l'ufficio dello sceriffo della Contea di Brooks cerca di identificarla.
Prima della sepoltura, era stata esposta in una sala funeraria del posto, in modo che la gente potesse vederla e magari identificarla.
Alla fine, dopo tanti vani tentativi, il corpo era stato sepolto al cimitero di Oak Hill a Quitman. Tuttavia, invece di seppellire la sconosciuta in una tomba non contrassegnata, la famiglia Bunting della Contea di Brooks aveva messo a disposizione il lotto familiare.
E quindi la ragazza, non solo era stata sepolta in una bella bara, ma aveva anche una lastra di marmo posta sul luogo di riposo con uno schizzo forense del suo viso e la dicitura "Conosciuta solo a Dio".
E così, la giovane sconosciuta sembra destinata a rimanere senza identità, l'ennesima "Jane Doe".
Finché, il 31 ottobre 2018, in occasione del 37° anniversario della sua morte, una donna scatta una foto della sua tomba la pubblica su Facebook.
Sulla lapide è ancora inciso lo schizzo realizzato per le indagini e Kayla Bishop, vedendo il post su Facebook, riconosce quel viso. Chiama gli investigatori e dice loro di riconoscere nell'immagine la sua amica d'infanzia Sheryl.
Shirlene "Sheryl" Hammack era scomparsa 37 anni prima, dopo essersi unita ad una fiera itinerante.
Questa catena di eventi porta gli agenti del GBI (Georgia Bureau of Investigation) e gli investigatori della Contea di Brooks a incontrare i familiari sopravvissuti di Sheryl: sua madre Kathleen Hammack e le due sorelle Johnnie Hay e Lynn Johnson.
Gli investigatori vengono a sapere dalla famiglia di Shirlene, che dopo la sua scomparsa, la madre aveva ricevuto per posta il contenuto del suo portafoglio, inclusa la patente di guida. La busta era sprovvista di mittente.
I resti di Jane Doe vengono dunque riesumati e trovati in condizioni eccezionali, considerato il tempo trascorso, grazie a quella famiglia che ha pagato per farla riposare in modo dignitoso nel proprio terreno.
Una volta riesumata, la bara viene trasportata al GBI Crime Lab di Macon dal coroner Joe Leverett per ottenere i campioni di DNA necessari. Dopo un'analisi approfondita e il confronto con il DNA della madre di Sheryl, è stato stabilito che Jane Doe è la figlia biologica di Kathleen. Jane Doe è stata finalmente identificata come Shirlene Hammack, originaria di Thomaston, in Georgia.
Il GBI annuncia l'identificazione giovedì 9 gennaio 2020.
"È stato difficile crescere", ha detto la sorella di Sheryl, Johnnie Hammack-Hay, “Non sapendo se fosse al sicuro o se si stesse prendendo cura di se stessa. Tante preoccupazioni. Tante ricerche. Abbiamo cercato e cercato, senza avere risposte. "
Dopo oltre 37 anni, alla "Jane Doe della Contea di Brooks" è stato restituito il proprio nome. 







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